La fotografia di paesaggio è una cosa bella. Non è necessario chiedere il permesso di essere fotografati. Non ci si lamenta quando le rughe diventano visibili. Il paesaggio non fugge se si desidera fotografare, ma è necessario fare qualche esplorazione per essere in grado di fotografare.
Con le fotocamere digitali di oggi, è quasi impossibile scattare una foto tecnicamente non riuscita, ma richiede una buona fotografia e un attento sviluppo del computer per produrre una foto tecnicamente perfetta. A tale riguardo, non vi sono stati grandi cambiamenti rispetto all’ era analogica. Quello che una volta era la camera oscura è oggi il programma specializzato per l’ elaborazione delle immagini. Ho avuto la fortuna di avere una camera oscura per anni e ora sono in grado di utilizzare le tecniche che ho imparato a quel tempo.
Ma una foto tecnicamente buona non è di per sé una foto buona o anche eccezionale. A mio parere, l’ occhio del fotografo e la sua disponibilità ad avvicinarsi all’ oggetto dei suoi desideri indipendentemente dal tempo, dal terreno difficile, dal tempo e da altri impegni sono decisivi. Soprattutto qui, in questo bellissimo paesaggio, è importante trovare il posto giusto per conciliare immaginazione e realtà. Una location che produce lunghe ombre e colori intensi e contrasti forti nella retroilluminazione mostra superfici piane a mezzogiorno e luci opache la sera. Mentre poco prima del tramonto le nuvole sono trasparenti davanti al sole e il cielo a volte è troppo colorato, ad est il paesaggio è quasi incolore e privo di contorni.
Potresti chiederti perché nelle mie foto non ci sono persone da vedere. Ci sono due ragioni: se le persone fossero presenti nelle foto, sarebbero così piccole che si dovrebbe appendere una lente d’ ingrandimento accanto ad ogni immagine per poterle riconoscere. Questo ci dice qualcosa sulle differenze nella dimensione del paesaggio e delle persone, ma forse anche sull’ importanza del paesaggio e delle persone. Se ci fossero persone in questi paesaggi, esse attirerebbero automaticamente l’ attenzione dello spettatore e quindi disturbano, se non distruggono, l’ effetto della bellezza e della sublimità come veniva chiamata nel XVIII secolo.
Il secondo motivo: questo paesaggio è stato plasmato come è oggi dal lavoro di innumerevoli persone nel corso dei secoli. È un paesaggio naturale e culturale. Sappiamo tutti che la stupidità o l’avidità per il profitto di poche persone è sufficiente a distruggerla. Rappresentare questo paesaggio nella sua bellezza senza gente crea almeno l’illusione che sia intatto. E se queste immagini portano chi le guarda a guardarle a contribuire alla conservazione di questo paesaggio, sono soddisfatto come fotografo e ambientalista.
Tratto da un’ introduzione di Joachim Gessinger ad una mostra fotografica a Camigliano, Montalcino il 1° ottobre 2017 – “La terra, la gente e le tradizioni” – che ha visto protagonista il lavoro del nostro talentuoso residente Montisi.
Per ulteriori informazioni: e-mail photography@jgessinger.de
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